Nasce Rivierotto in casa Staccoli. La pralina di Cattolica permette al creatore del cioccolato bean-to-bar romagnolo di vincere del premio alla carriera
La nuova pralina permette al creatore del cioccolato bean-to-bar romagnolo permette di far conquistare al suo ideatore il premio alla carriera. Il maestro pasticcere, cioccolatiere e ambasciatore dell’associazione professionale di Alta Pasticceria è tra i pochissimi artigiani che lavorano direttamente il cioccolato a partire dalla fava di cacao.
Inoltre è anche uno dei pochissimi ad aver lavorato nelle piantagioni di cacao. Un’esperienza profonda e diretta che ha portato il Maestro romagnolo a far nascere un cioccolatino dedicato alla sua terra, la Romagna.
Grazie a Rivierotto Paolo Staccoli è stato insignito a Sciocolà del riconoscimento speciale alla carriera. Si tratta di un cioccolatino elaborato e complesso, realizzato con cioccolato fondente al 70% bean-to-bar, pralinato di nocciole e biscotto al sale integrale marino dolce di Cervia, mandorla tostata e gruè di cacao.
«Questo riconoscimento consegnatomi a Sciocola’, manifestazione che ormai ha un richiamo nazionale ed è specifico nel mondo del cioccolato, con un grandissimo richiamo di pubblico, mi emoziona profondamente – racconta Paolo Staccoli – Un evento che racconta della nostra terra, tra Emilia e Romagna, e che mi fa capire come, anche le persone comuni, sono sempre più interessate alle origini del cioccolato e alla storia della fava di cacao. Dedico questo premio alla passione, mia e di tutte le persone che sono coinvolte come me in questo mondo fatto di ricerca e dedizione».
Quest’ultimo premio si aggiunge ai numerosi riconoscimenti già ottenuti durante la carriera di Staccoli. Uno dei tanti è stato quello del 2006, quando vinse il primo premio al Gran Prix della Pasticceria di Madrid, mettendo in luce il “Miacetto” del maestro pasticcere (dolce tipico di Cattolica) come “miglior dolce da viaggio” e recuperandone la ricetta da antichi ricettari del Seicento. Mitica e identitaria è poi la “Torta Sangiovese” (con vino Sangiovese, cioccolato e pere di Romagna) che ne mostra la forte vena creativa.
Uscendo dai confini locali ecco come non si possa dimenticare il “babà al Mojito” in vasocottura, o la “Sbrisolona” con le amarene di Cantiano e la pralina “Sinfonia” con le visciole marchigiane.
Infine, dando a cerare quello che è di cesare, o forse sarebbe meglio dire dare a Staccoli quello che è di Staccoli come il primo a realizzare un uovo di Pasqua come metà fondente e metà al latte, negli anni Settanta, poi ripreso da tutti i maggiori pasticceri.