Finito il Vinitaly edizione 2024 cosa rimane? Non è facile poter riassumere in poche righe quello che la vetrina enologica e vitivinicola più importante a livello nazionale ha saputo e ha permesso di poter assaggiare. Però proviamo a lascare le nostre “Impressioni di settembre”.
Nell’oceano enoico di Verona, ecco qualche sorso che vale la pena incontrare e approfondire durante l’anno.
Sono veramente piccoli testimonial di una qualità palesemente diffusa ma che si staccato per acuti e per folgorazioni di sorso veramente emozionanti.
Partiamo subito dai vini che più di tutti si sono staccati per assoli straordinariamente capaci di racchiudere territorio e idea di vino chiara, precisa e soprattutto molto molto appagante. Si tratta di due bianchi, uno emiliano romagnolo e uno veneto, e due rossi uno veneto e uno toscano. Alla francese partiamo dai rossi.
FONTALLORO di Felsina 2020. Un capolavoro. Assaggiato assieme a una batteria di altri quindici Super Tuscan, tra cui Tignanello, Le Pergole Torte, Vigorello ecc, è il respiro made in Chianti Classico, di puro Sangiovese, che ha stregato. Una complessità e una finezza disarmanti regalati da quel magico Galestro in cui frutto, florealità e tocco balsamico si amalgamano in un concerto che è suite di sorso. Sapidità, sferzate chinate e balsamiche, si accompagnano alla triade del Gallo Nero fatta di note ematiche, di terra e cuoio, il tutto sorretto da un tannino integrato e mai invadente. Perfetto nelle sue mille sfaccettature. Un vino veramente immortale. (Prezzo sui 50 euro).
CALINVERNO Montezovo 2019. Di ben altra personalità, più profonda, scura, intima questo vino iconico della cantina della famiglia Cottini rappresenta una spremuta di terroir all’ennesima potenza. Un abbraccio morenico di concentrazione, frutto, potenza espressiva e morbidezza. Una carezza profonda, mai austera, ma gentile nella sua texture tannica che come velluto si allarga regalando una passeggiata nel girapoggio di Caprino Veronese. Interprete della squadra composta da Corvina e Corvinone (70%), Rondinella (20%), Cabernet Sauvignon (5%) e Croatina (5%) si esprime sui binari del frutto scuro, nero, con sferzate di vegetalità balsamica e chiusura amaricante verde. Un sorso magistralmente riuscito per grandi occasioni. (Prezzo sui 25 euro).
Proseguiamo con due bianchi da non lasciarsi assolutamente scappare. Partiamo in casa.
CA’ ROTTE Podere La Grotta 2022. Un Trebbiamo che ti stende. Testimonial in sorso d’Oltralpe ma proveniente dalle colline cesenati. Finezza, eleganza, complessità sono i veri punti di forza di questo testimonial romagnolo di cosa possa essere e diventare uno dei vitigni meno riconosciuti e valorizzati fino a pochi anni fa. E’ un sorso ammaliante, una beva disarmante in cui sapidità, sferzata minerale, eleganza del fiore si accompagnano alla croccantezza di un frutto a polpa gialla ancora succoso e vivo, vibrante direi. Lunghissimo al sorso, appagante e fiero testimone di una cultura territoriale che si fa sorso. Bellissimo! (Prezzo sui 10 euro).
SAN BRIZIO La Cappuccina Soave Doc 2022 – Dal basalto esce il sale, la mineralitá, la complessità verticale e tagliente di sorsi che narrano di territorio, visione e identità! Un grande vino che parla una lingua di terroir del Soave in cui la Garganega diventa sorso balsamico e agrumato, snello ma potente, muscoloso ma elegante. Un vino che sa parlare d’amore e autenticità. Sorso che respira la brezza di fiori bianchi, con una nota di bacca di vaniglia. Entra sapido, si sviluppa sui binari dell’eleganza del pepe bianco e la vibrazione della buccia d’agrume. Un vino fortemente gastronomico che ne definisce la sua vocazione di cru. Bellissimo! Forse veramente uno dei più entusiasmanti assaggiati e soprattutto con un rapporto qualità prezzo veramente molto interessante. (Prezzo sui 17 euro).
Ci sono poi altri testimoni del vigneto Italia che nel peregrinare tra padiglioni, stand, degustazioni, verticali, orizzontali, masterclass e confronti con i produttori non posso non suggerire.
ADAMANTIS Cantina Eisacktal Valle Isarco 2020. Scaliamo le vette più alte di questa parte di vitivinicoltura alpina e troviamo… un diamante. Una cuvée di Sylvaner, Grüner Veltliner, Pinot Grigio e Kerner che racchiude in un sorso le varietà che meglio rappresentano la viticoltura estrema ed eroica di queste terre. Un respiro verticale in cui la mineralità è la nota che ne contraddistingue principalmente la silhouette ma che si sviluppa attraversando campio fioriti, frutti a polpa bianca e note speziate eleganti e vibranti. Un sorso entusiasmante, sincero, tecnicamente perfetto ma anche emozionalmente empatico, direi sensuale. Sferzate di incenso giocano con i richiami freschi di agrume e pietra focaia si chiudono su direttrici minerali di classe ed eleganza. Un maestoso interprete dell’altitudine alto atesina. (Prezzo sui 90 euro).
COSTA DI ROSE G.D. Vajra Barolo 2020 – E’ il respiro piemontese in un sorso che è eleganza. E’ il figlio di arenaria di Cannubi. In definitiva e in estrema sintesi è complessità che si respira attraverso un frutto croccante e fresco, una balsamicità elegante e fine, e una mineralità sottile. E’ un sorso di seta, di Piemonte, anzi di Langa, in cui il sottobosco è vibrante e si accompagna a una mineralità di pietra che gioca con l’eleganza della spezia pepata gentile e fine. Un cru di altissima capacità d’abbinamento ma che emerge per la sua capacità di identificare al meglio il terroir dal quale proviene. Magnifico. (Prezzo circa 75 euro).
BAROLO Prunotto 2020 – E’ un’icona del barolismo contemporaneo. Vino che porta l’essenza enoica del Piemonte più aristocratico in giro per il mondo. Si respira complessità e ampiezza con sentori di viola e sottobosco. Al palato è subito vellutato nella sua entrata, con tannini levigati e ben equilibrati. Poi diventa un’orchestra di richiami al frutto ancora croccante, alle note balsamiche con una bella sensazione di freschezza e sapidità. Un vino mai austero ma già capace di intercettare palati anche non super allenati. Un anfitrione del Nebbiolo in e per questo XXI secolo. (Prezzo circa 40 euro).
PUNTABELLA Arnaldo Caprai 2023 – Siamo in Umbria, ovviamente, sulle sponde del lago Trasimeno. Uno degli alfieri indiscussi della storia enoica di questo cuore verde italico, lancia sul mercato una novità. Si tratta di un rosato Colli del Trasimeno Doc fatto da Sangiovese (60%) e Grenache (40%). E’ l’interpretazione del rosato alla francese della cantina. Un sorso veramente sbarazzino ma netto e preciso. La rosa e la cipria si fanno sorso con una femminilità di sorso ammaliante e sensuale. C’è sapidità e finezza. C’è verticalità e giusta sapidità. Vino gioviale e socializzante per un’estate in riva al cratere allagato. (Prezzo circa 15 euro).
CANNONAU Le Anfore di Elena Casadei 2022 – Varietale e terroir interpretato con la neutralità del contenitore, l’anfora. Questa è l’idea che sta dietro la linea Le Anfore della produzione vitivinicola della famiglia Casadei. Il respiro è un estratto di frutta fresca rossa arricchita da un bouquet di viola, rosa e garofano. Si notano chiari i richiami speziati del varietale come liquirizia, pepe e soprattutto tanto mirto. Non manca la tagliente presenza del balsamico. Il sorso è freschissimo. Eleganza e fragranza liquida. Tannini presenti ma assolutamente equilibrati in un sorso che si esprime ancora con grande tensione vinosa. Bellissima sorpresa. (Prezzo 28 euro).
TORCOLATO di Breganze Maculan 2021 – Per gli amanti dei vini passiti questo ne rappresenta un’essenza straordinariamente efficace. Frutto di un terroir vulcanico si caratterizza per esserne testimone ecumenico ed eucaristico. L’anima, per rimanere in tema, è quella dell’uva Vespaiola. Si esprime su una texture organolettica molto complessa, viscosa e ricca. Dal miele si passa ai fiori gialli con tocchi dolci e vegetali di vaniglia e di legni nobili. L’esaltata dolcezza viene rinfrescata da un’acidità molto vibrante. Lunghissimo e pieno è un vino molto aristocratico-clericale, ma che si sa far apprezzare anche e soprattutto sulla tavola, in conclusione di un sontuoso pranzo. (Prezzo sui 24 euro).