Un piccolo scrigno di fragrante e tagliente vivacità che oggi viene riconosciuta anche per versioni capaci di sfidare il tempo. Una complessità di sorso che non perde la vocazione storica della Durella a regalare freschezza, mineralità e laminare verticalità, ma che sa acquistare anche silhouette più complesse, eleganti e suadenti.
Parliamo sempre e comunque di una piccola denominazione berico-scaligera, quella dei Lessini Durello Doc, riconosciuta nel 1987, che conta circa 430 ettari vitati a Durella, nella zona pedemontana dei Monti Lessini, tra Verona e Vicenza. Oggi le aziende associate al consorzio sono 34 e ogni anno viene prodotto circa 1 milione di bottiglie, di cui 750.000 con metodo Charmat e 250.000 con Metodo Classico.
Due di questi testimonial di terroir effervescente entrano, per il 2024 e per il Gambero Rosso nell’olimpo dei grandi vini italiani. Lo fa raddoppiando, lo scorso anno c’era solo un testimonial premiato, la presenza nella guida dei Tre Bicchieri.
«Siamo molto fieri per questo risultato – evidenzia Diletta Tonello, presidente del Consorzio Lessini Durello – e possiamo dire che quest’anno la nostra denominazione ha davvero raddoppiato. È un traguardo molto significativo soprattutto se lo leggiamo in rapporto ai piccoli numeri che da sempre contraddistinguono la nostra zona di produzione. Questo testimonia come la doc del Lessini Durello sia un concentrato di elevata qualità in continua crescita e in forte sviluppo».
Due le aziende, entrambe per la prima volta premiate per il Lessini Durello, che hanno conquistato il massimo del riconoscimenti:
Lessini Durello Brut Nera Riserva 2015 – Fongaro
Lessini Durello Pas Dosé Metodo Classico Cuvée Serafino Riserva 2016 – Dal Maso
Il Lessini Durello
Il territorio della Doc è caratterizzato dalla presenza di boschi e prati, di insetti predatori e impollinatori, di microrganismi indigeni che vivono in simbiosi con le piante. L’assetto fisiografico è caratterizzato da strette valli disposte a ventaglio con andamento Nord nord ovest-Sud sud est separate da dorsali, che scendono a Sud fino alla Pianura Padana. Il dislivello altimetrico compreso nell’area è di circa 800 m. Questo vino è figlio di antichi vulcani, i più a nord dello Stivale. Grazie alla loro naturale porosità le terre vulcaniche e vulcanico-detritiche basiche, sono in grado di accumulare acqua e calore solare, rilasciandoli lentamente. Sono inoltre ricche di sostanze nutrienti e fanno da barriera naturale contro le malattie del suolo. Minori sono gli interventi esterni ed è quindi una viticoltura ecologicamente più sostenibile. L’elevata acidità e i tannini della buccia sono alcuni degli aspetti più caratteristici che contraddistinguono la Durella dagli altri vitigni, rendendola perfetta per la spumantizzazione. E’ una varietà a bacca bianca dal grappolo alato e compatto. Il nome deriva dalla durezza o compattezza della buccia e dalla elevata acidità totale che caratterizza il vino, ne permette un’elevata longevità. In totale esistono una decina di biotipi utilizzati. In totale sono presenti quindici micro zonizzazioni (cru) che ne amplificano la grammatica del sorso.