Noelia Ricci di Fiumana di Predappio da anni si conferma come importante interprete del sorso del territorio
È la lingua enoica delle antiche argille e le sabbie calcaree. È la forza di quattro generazioni di produttori che oggi intendono non fermarsi all’esistente, la Tenuta Pandolfa, per sorprendere attraverso la semantica dell’autenticità territoriale.
È Noelia Ricci.
Una rappresentazione del cru aziendale, pensato e costruito dai giovani coniugi Marco (Cirese) e Alice (Gargiullo).
Stiamo parlando di una proposta che nasce all’interno della menzione geografica aggiuntiva di Predappio. In una terra da sempre vocata alla grammatica del Sangiovese a cui si aggiunge anche la potenza tagliente del Trebbiano.
Noelia Ricci è la summa di 7 ettari di vigneto posizionati nella parte più alta della tenuta, con una produzione in vetro che seppur travalica i confini non solo regionali ma anche nazionali conta in totale circa 60mila bottiglie annue
Texture tannica leggera, anche grazie all’utilizzo del solo acciaio e una calibrata macerazione, presente ma mai pressante, eleganza a tratti sulfurea, freschezza iodata e marina nonchè tanta, tanta, tagliente mineralità formano lo scheletro identitario sul quale si plasma la produzione di questo bel progetto vinicolo romagnolo. Che anno dopo anno si conferma punto di riferimento per il nuovo corso dell’espressività vitivinicola romagnola.
Il Sangiovese: autentica interpretazione territoriale
Si parte dalla “Vespa” come simbolo dell’etichetta del Romagna Sangiovese Doc, versione base. Un vino che nasce da vigne posizionate nella parte più alta della tenuta, siamo a 250/300 mslm, su pendii morfologicamente caratterizzati da argille e marne ricche di calcare. Il frutto rosso di susina, il profumo di viola, leggere sensazioni di erba medica, una particolare nota sulfurea sono i principali richiami sprigionati nel calice da questa eleganza liquida. C’è un equilibrio che s’innalza verticale per approdare in sorsi freschi, materici, di sottobosco non ancora maturo. Il tannino educato e fine è un altro valore aggiunto di questo sorso che è comunque presente e lungo
Godenza: emozione ed espressività
Godenza (Romagna Sangiovese Predappio) nasce da biotipi romagnoli e toscani di Sangiovese grosso. Siamo ad una delle più belle espressioni di questi grappoli del rosso romagnolo per eccellenza che ci siano in commercio. Elegante e sincero è un sorso che rasenta la perfezione stilistica. È una chiara vocazione all’identità e all’autenticità rinforzata dal rispetto della materia prima dato in cantina.
Le vigne crescono in terreni argillosi e marne calcaree con presenza di sabbia gialla a 300/340 mslm. Il vino è croccantezza di sorso, eleganza, freschezza e verticalità. Perfetta la sapidità e la nota finale che si allunga determinata e ferma. Tannini equilibratissimi chiudono il sorso su note leggermente balsamiche e minerali. Bellissima l’etichetta che riprende il muso di una scimmia.
Brò: quel Trebbiano di personalità
Questo “Brò” nasce da uve Trebbiano, sia di origine romagnola, nella stragrande maggioranza della massa, sia da quello Spagnolo, poste a 180 mslm. Acini gaudenti che trovano la propria linfa dalle argille ricche di minerali e calcari. Una immissione di freschezza, acidità e mineralità che esplode in sorsi adeguatamente lunghi. Il giallo paglierino è carico ma sorretto dalla fulminea sapidità che ne inorgoglisce il sorso. Brò è un vino con una bellissima personalità del gusto che si sposa perfettamente sia come aperitivo, se bevuto magari a temperature più basse, per arrivare ad essere compagno ideale di piatti romagnoli di pesce o grigliate di mare, carni bianche e formaggi non troppo stagionati se portato alla “normale” temperatura di servizio. Una brezza minerale persistente, iodata ma che si staglia su un corpo di futuro e fiore giallo molto elegante. In questo caso l’animale scelto per rappresentare il vino in etichetta spicca una bellissima balena.