La giornata passata in compagnia con le nuove annate del Chianti Classico docg 2022 e delle Gran Selezione 2021 dice questo: siamo di fronte a un Gallo nero che rispetto allo scorso anno forse viaggia su registri un po’ troppo altalenanti (tante le prove di botte) e che per esprimersi al meglio avrà bisogno di qualche anno. Almeno nel vino d’annata. Parliamo sempre di interpretazioni del Sangiovese con una personalità ben chiara e precisa, per queste terre e per questi vignaioli, anche se, come si sa, il vino è figlio del tempo, e questa volta l’imprinting che emerge è quello della timidezza al sorso e l’introspezione. In estrema sintesi dall’Anteprima del Chianti Classico 2024 emerge come con l’annata 2022 bisogna portare pazienza, mentre la Gran Selezione 2021 dimostra la giusta intuizione dei cru.
A questo punto appare doveroso, in relazione al bilancio dell’assaggio fatto nei giorni scorsi, sottolineare come con l’annata 2022 i vini sono ancori introspettivi, mentre la Gran Selezione 2021 indica come la valorizzazione dei cru del Sangiovese toscano sia non solo corretta ma molto efficace.
In totale sono stati effettuati un centinaio di assaggi. Oltre una sessantina per l’annata 2022 e oltre una trentina per la Gran Selezione 2021.
La prima cosa che emerge per la 2022 è la sapidità. Sono tutti vini che più o meno fanno emergere questa particolare sensazione al palato. Sempre al sorso si nota una presenza diffusa tra sentori fruttati, ancora succosi (del resto parecchie sono le prove di botte…), e quella spiccata caratteristica nota mineral-ematica. C’è presenza alcolica, del resto l’annata 2022 è stata tosta, ma che molte volte viene riequilibrata con le sferzata “fresca” della spalla acida. In generale i tannini sono stati addomesticati a dovere. In molti si staglia un’elegante sferzata balsamica e mediterranea.
Alla luce di quello che abbiamo detto sopra più che una classifica, che non ha molto senso visto il caleidoscopio di situazioni ritrovate nel calice alla Leopolda, vorrei provare a suggerire etichette che sicuramente oggi hanno permesso di identificare timbriche di sorso pronte e capaci di soddisfare appieno il palato ma che al contempo sapranno regalare emozioni liquide anche più avanti nel tempo.
Ci stiamo riferendo all’annata 2022 del Chianti Classico Docg.
La bevuta più intrigante e immediatamente riconoscibile come capace di soddisfare è sicuramente quella offerta dal Sangiovese 100% (bio) di Brancaia di Radda. Il respiro è di ematicità, frutto rosso croccante e succoso, frecciate minerali con diversi richiami al vegetale. Al sorso è importante con una spiccata sapidità. Un vino lungo che rispecchia le sensazioni olfattive ma sorrette da un tannino assolutamente integrato.
Altro bel sorso è sempre in terra di Radda, precisamente proveniente da L’Erta di Radda. Un Chianti Classico (bio e in prova di botte) che colpisce per il suo respiro minerale rinfrescato da una nota balsamico-vegetale. Il sorso è frutto croccante con netta presenza di richiami ematici e ferrosi, pepatura verde che lascia la bocca finemente pulita e appagata. Tannini integrati.
Spostandoci a Gaiole ecco il Chianti Classico omonimo della cantina Rocca di Castagnoli (bio) emergere grazie a un respiro di terra, di sangue e di sottobosco. Al sorso è sensuale e tagliente al contempo con grande finezza ed eleganza complessiva.
Da evidenziare poi anche la performance di Bonacchi di Vagliagli. Spicca un elegante richiamo materico equilibrato dal respiro vegetale. Al sorso la bocca è tesa, elegante, forse un po’ corto, ma rinfrescata da verdi sentori balsamici e tannini equilibrati.
Infine due ultimi espressioni di questo grande tesoro enoico. Una proveniente dal territorio di Vagliagli ed è Terra di Seta (bio) che si caratterizza per un respiro elegante, caldo e avvolgente e si concretizza in un sorso suadente ma al contempo fresco e balsamico.
L’altra arriva da Castelnuovo Berardenga e il Vallenuova di Tolani. Dal naso mentolato ed ematico si passa ad un sorso che ne rispecchia le caratteristiche amplificate da sapidità e tannino in silhouette slanciata.
Per quanto riguarda le Gran Selezione 2021 ci ha colpito su tutti il lavoro fatto in quel di Castellina da Castello di Fonterutoli (ne ha presentati tre tutti spettacolari) soprattutto con Vicoreggio 36 (agrume, nota erbacea, china si sorseggiano in modo elegante e teso con un frutto rosso ancora carnoso) e con Badìola (respira di macchia Mediterraneo e si farso più snello ma fine ed elegantissimo) e quello della Famiglia Zingarelli, anch’essa da Castellina, con il loro Tenuta Fizzano. Un vino che si concretizza in un respiro molto materico e balsamico, con elegante nota di catrame, e in un sorso salato, vivo e vibrante.