Villiera, il respiro enoico del Sudafrica racconta una storia che parla di sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa
Non solo vino ma profondo rispetto per l’ambiente e per la comunità. Questa è Villiera, una realtà storica che si pone tra i più affermati produttori di Cap Classique e vini fermi del territorio dell’intero Stato.
Siamo nell’estremità meridionale del Continente Nero, precisamente a Stellenbosch. E’ qui che la famiglia Helfrich, francese, ha deciso di acquistare i circa 180 ettari vitati di una delle realtà più storiche e importanti nella produzione di vino sudafricano. Siamo a pochi chilometri di distanza dall’Oceano in un territorio collinare e montuoso in cui spirano forti venti, escursioni tra giorno e notte molto importanti, pioggie intense e sole cocente in cui i suoli sono maggiormente caratterizzati dalla presenza di limo e sabbia (ricca di materiale organico-minerale) e qualche presenza di argilla.
La storia dell’azienda della famiglia Grier, giunta alla quarta generazione, inizia con il nonno Grier che arriva in Sudafrica dal Regno Unito negli anni ‘20. La seconda generazione (rappresentata da Robine Alexander Snr) fa un ulteriore passo avanti e impegnandosi nello sviluppo dell’azienda iniziando anche a piantare vigneti. La terza generazione (Jeff, Simon e Cathy) ha poi avviato l’azienda vinicola Villiera nel 1983. Produce il primo Cap Classique nel 1984, affermandosi come pioniere di questa categoria di prodotti. Questa realtà – che coltiva varietà come Chardonnay, Sauvignon Blanc, Chenin Blanc, Merlot e Cabernet – è stata acquisita nei primi mesi del 2023 dalla famiglia Helfrich, alla guida del gruppo Les Grands Chais de France.
La gestione sostenibile delle risorse ambientali e la loro tutela sono elementi cardine nella filosofia produttiva di Villiera Wines. Per questo l’azienda, e pure l’altra la Neethlingshof, sempre di proprietà della stessa famiglia francese, è totalmente autonoma dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico grazie ai pannelli solari. Ma non solo per garantire il risparmio idrico, i vigneti vengono irrigati tramite un sistema di irrigazione a goccia stoccata in grandi laghi di proprietà. Inoltre la proprietà si estende su 400 ettari e qui si è creato un vivace ecosistema all’interno della tenuta tra cui c’è anche la presenza delle api tra i filari.
Inoltre nel 2009 è stato istituito un “Wildlife Sanctuary”, area di tutela della fauna selvatica di 22 ettari. Comprende dighe e aree paludose. Infine a oggi sono stati piantati oltre 100.000 alberi autoctoni a Villiera. Per quanto riguarda la responsabilità socialeVilliera Wines la concretizza su diversi fronti, dal sostegno al Pebbles Project (Istruzione, Salute, Nutrizione, Comunità e Protezione), alla Owethu Clinic, all’Early Childhood Development Center fino all’After-School Club.
Per quanto riguarda il sorso i campioni assaggiati sono stati due: Brut Naturel 2019 e Chenin Blanc 2023.
Brut Naturel 2019, 100% Chardonnay.
Villiera è uno dei principali produttori sudafricani di Cap Classique. Villiera Brut Naturel è prodotto dal 1998. Si tratta di un Blanc de Blanc 100% Chardonnay interamente coltivate all’interno della tenuta. Dopo la prima fermentazione, in legno, subisce la malolattica sulle fecce per un periodo di 6 mesi, senza alcun additivo. Affina poi in bottiglia per 4 anni sui lieviti.
Il colore è intenso quasi dorato con un respiro autunnale e fruttato. Piccoli frutti quali nespole, mela cotogna, giuggiole ancora croccanti si alternano a sferzate di pasticceria francese. Note iodate spingono la fragranza attraverso un bouquet comunque fresco. Al sorso è la cremosità la prima carezza che si nota. Un vino che entra diretto grazie alla freschezza ancora presente ma si allarga su note di frutta gialla matura, anche tropicale. Ritorna la dimensione “autunnale” con una nota di leggera tostatura. E’ un sorso lungo e appagante che più della finezza gioca sulle note dell’eleganza ampia.
Prezzo enoteca in Italia: 30 euro
Chenin Blanc 2023
Lo Chenin Blanc è la varietà più coltivata del Sudafrica. Un vino che fa parte del dna enoico e vitivinicolo di questo territorio. E’ fortemente gastronomico e per certi versi ancora troppo minimizzato nella sua capacità di rappresentare al meglio il terroir da quale proviene. Le uve sono per di più raccolte a mano a metà stagione. Una parte viene invece raccolta in precedenza per aggiungere freschezza. Dopo la pigiatura e la diraspatura, si procede con una sosta a contatto con le bucce per circa 4 ore. La parte raccolta in precedenza viene invece pressata a grappolo intero. Dopo la decantazione notturna, il mosto limpido viene fermentato spontaneamente a freddo. Il 50% del vino viene fermentato in botti di rovere e rimosso subito dopo la fermentazione. Riposa sui lieviti per 2 mesi prima dell’imbottigliamento.
Si presenta nel calice giallo brillante e vivo con un respiro che in primis richiama note fumèe. Escono poi i frutti a polpa gialla con un accenno di tropicalità e agrume. C’è anche la timbrica delle erbe aromatiche che dona un tocco di sensuale balsamicità (salvia). Al sorso è dritto e tagliente. Detonante nella sua espressività e complessità di bevuta. C’è una buona sapidità sorretta e accelerata dalla freschezza. Ritornano le indicazioni olfattive che donano quel tocco di finezza in più. Un vino assolutamente elegante e lungo, che si sposa perfettamente con abbinamenti anche ricercati di mare e di terra in tavola.
Prezzo enoteca in Italia: 20 euro