no

Romagna in calice 2024, per il vigneron modiglianese Francesco Bordini i vini saranno “di buona qualità”

Alla domanda: «Che vini, romagnoli, berremo in questo 2024?» risponde Francesco Bordini agronomo, enologo ma anche e soprattutto vignaiolo. Stiamo parlando, infatti, del titolare, assieme alla famiglia, dell’azienda Villa Papiano di Modigliana. Alluvioni, frane prima e poi lunga siccità, malattie in vigna e perdita di produzione, sono state alcune delle variabili che hanno caratterizzato la stagione 2023. Nonostante tutto per Bordini la Romagna in calice che berremo nel 2024, vedrà vini saranno “di buona qualità”.


Romagna in calice 2024


Alla luce della stagione 2023 molto particolare, questo è stato un ulteriore campanello d’allarme?
“Nel corso degli ultimi trent’anni sono studiate negli ambiti agricoli le due varianti della corrente del Golfo denominate Ninho e Ninha per la loro capacità di influenzare gli andamenti meteorlogici e i raccolti su enormi superfici compreso bacino del Mediterraneo. Nell’inverno 2022 2023 quando quale conseguenza della comparsa della Ninha il bacino del Mediterraneo è entrato in un poderoso vortice di bassa pressione che ha portato un lungo periodo di temperature miti e abbondanti piogge. Fatta eccezione per il perdurare della siccità nel Nord-Est italiano, l’inverno è proceduto nella normalità, seppur con temperature più miti della media storica di lungo periodo, si sono registrate piogge e alcune nevicate sul territorio. La primavera e l’avvio vegetativo è partito nella media storica, con un ritardo di cerca 7 giorni rispetto alle ultime 2 annate. Purtroppo si sono avuti ritorni di freddo accompagnati da brinate nei fondovalle con danni ai vigneti”.


La fase più delicata del ciclo annuale del vigneto come è proseguito?
“Il mese di aprile ha registrato temperature miti nelle zone più prossime al mare mentre nelle alture le temperature si sono mantenute molto basse, creando due situazioni vegetative opposte, con vigne in rapido sviluppo vegetativo nelle zone più calde e rallentamenti nelle zone più fredde: erano molti anni che non si osservavano condizioni vegetative così differenti già a fine aprile tra Appennino e prime colline”.


Poi arriva maggio…

romagna-in-calice-2024-vigneti

Il mese di maggio è iniziato all’insegna delle piogge con condizioni di estrema criticità nella parte centrale della Romagna, dove tra il 2 ed il 3 di maggio e tra il 16 e 17 maggio i picchi di piogge hanno raggiunto livelli impressionanti: 597mm a Modigliana, 530mm a Riolo Terme, 513mm a Brisighella, 501mm a Monzuno, 499mm a Casola Valsenio, 481mm a Tredozio, 480mm Dozza, 383mm a Predappio, 365mm a Santa Sofia, 349mm a Bertinoro. I danni provocati sui territori sono stati sbalorditivi: 25 punti di rottura o esondazione di fiumi, enormi superfici agricole ed intere città allagate, imponenti fronti di frana su strade, boschi e terreni coltivati in collina e montagna. Si stima che il 44% della superficie agricola utilizzata della Romagna sia stata colpita da frane o alluvioni.

Quali sono state le conseguenze?
“La piovosità sostenuta associata all’umidità è continuata durante il mese di giugno creando apprensioni per le malattie fungine soprattutto in un contesto di transitabilità dei campi reso difficile. Ne sono risultati devastanti danni da peronospora con perdite di uva spesso superiori al 30% soprattutto su vitigni sensibili come Albana e Merlot. Giugno è iniziato con deboli anticicloni delle Azzorre freschi e interrotti da frequenti piogge, a luglio poderosi e caldissimi anticicloni africani con picchi di temperature superiori ai 44°C sia in Toscana che in Emilia Romagna si sono intervallati anche da importanti grandinate. L’invaiatura è iniziata con un ritardo di circa 7 giorni rispetto alla media storica e di circa 15 giorni rispetto alle ultime due annate”.


In definitiva come è stata la vendemmia 2023?
“I vigneti sono giunti a maturazione tendenzialmente con poca uva. La vendemmia è iniziata presto soprattutto nelle zone più colpite dalla siccità. I Sangiovese più interessanti si sono raccolti nella seconda metà di settembre con episodi di raccolte ottobrine, sempre più rare negli ultimi anni. Quale conseguenza delle buone condizioni ambientali dell’autunno e del modesto numero di grappoli i tannini delle uve rosse sono risultati buonissimi, belle note saline e aromaticità fragranti, solo sporadicamente note sovramature. Da molti anni non si percepiva una diffusa preoccupazione per le difficoltà produttive dovute ad andamenti stagionali sempre più imprevedibili: una ulteriore riflessione sul ruolo della buona agricoltura e sulle necessità di differenziare luoghi, esposizioni e pratiche agronomiche per garantire stabilità produttiva”.

Categorie: