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“Verbo” 2022 Cantina di Venosa: dove la Malvasia della Basilicata (Igp) parla la lingua autentica e contemporanea del terroir

La Malvasia è uno dei più degni e possenti rappresentanti vitivinicoli del concetto di aromatico. Per certi versi è prepotente e fiero di questa sua peculiarità al sorso. Soprattutto rispetto alle sue cugine (Moscato, Brachetto, Gewurztraminer e in Romagna Famoso). Al contempo però è anche capace di declinarsi, e quindi di rendersi malleabile, attraverso le sfumature del territorio nel quale viene coltivato e soprattutto nelle direzioni che il vigneron intende perseguire.

Non è facile, perché l’imprinting organolettico da “panettone liquido” (uva sultanina e candito) è veramente difficile da stemperare, ma grazie alla conoscenza e alla capacità tecnica utilizzata in cantina, ma anche già in vigna, soprattutto sulle scelte delle tempistiche di raccolta, può anche essere e diventare altro.

Un cavallo di razza ma intimamente “selvatico” che trova però abili addomesticatori. Un esempio.?. è quello che arriva proprio dal mezzogiorno italico. Precisamente dalla Cantina Venosa in provincia di Potenza.

Verbo” 2022  ne è testimone concreto di questa capacità adattiva tra esuberanza organolettica e capacità di riequilibrio tecnico-sostanziale. Siamo in Basilicata, terra difficile ma al contempo feconda. Siamo ad altitudini giuste, 350/400 metri, dove l’allevamento, a Spalliera, da vigneti di 8/15 anni, si pone a Nord-est. Ottimo soprattutto per un buon sviluppo di sostanze aromatiche, ritardo nella maturazione e acidità.

La tecnica è assolutamente contemporanea. Pigiatura, diraspatura e pressatura immediata delle uve, fermentazione del mosto con lieviti selezionati permette al mosto di rimanere abbracciato all’inox. L’alcol, equilibrato da una freschezza citrina veramente azzeccata, alla fine si attesta sui 13%. Ed è giusto.

Degustazione

Partiamo da un colore vivo, vivace e vibrante di giallo paglierino

Al naso è immediato l’eco del varietale. Pressante spinta di uva sultanina, candito, ma rinfrescata da eleganti note di scorza di limone verdello e agrume.

Al sorso entra verticale e si allarga, sospinto dall’aromaticità, in sfumature di mela e tocchi di tropicalità acerba. Nuance di fiori gialli, su tutti quelli di ginestra, si chiudono su sentori amaricanti comunque giovani e gioviali.

L’accompagnamento ideale?… Beh partiamo dalla scelta della temperatura che non può che essere abbondantemente rinfrescata, non più di 10°, e quindi è con antipasti soprattutto si scoglio e di mare, al massimo anche con nobili crostacei. Ottima spalla per risotti bianchi di pesce è però da provare anche in accoppiata con uno dei must della tradizione lucana: “Cicoria con la purea di fave”.

Intanto Salute!

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