Con Trasimeno Gamay Doc 2023, un nuovo ballo delle “debuttanti” è concretamente iniziato. Vestiti leggiadri, personalità eleganti di terroir, sospiri di autenticità ne guidano i passi, soprattutto rivolti al futuro.
Eccoci qua, Trasimeno Gamay 2023 è stata la cornice che mi ha abbracciato nell’immersione di quest’anno alla scoperta dei vini del polmone verde d’Italia (Umbria).
Alla luce della recente esperienza, e dell’idea che già pervade il tessuto produttivo locale, speriamo che questo sia uno degli ultimi anni in cui l’errore lessical-enoico continui. Questa Doc rossa, infatti, non ha nulla a che fare con il Gamay francofono, quello del Beaujolais per intenderci, ma è una “italica” Granache.
Il vitigno principe di questo cuore verde d’Italia, infatti, dal 2023 possiamo dire che abbia finalmente trovato una, se non la sua vera essenza di sorso, per provare a sfondare le titubanze del mercato.
Immediatezza, gentilezza, franchezza e riconoscibilità.
Linearità verticale ma con silhouette elegante e tagliente, pulizia e spogliazione delle sovrastrutture terziarie.
Sono queste le caratteristiche al sorso che abbiamo riscontrato in tutti i campioni assaggiati durante la visita all’evento.
Sulla Gazzetta del gusto, nel 2022, con vini che andavano dal 2018 al 2020, scrivevo così: «L’anteprima Trasimeno 2022 ha reso chiaro come il Gamay (anche se è Grenache) è il vino su cui i produttori devono puntare per diversificarsi ed emergere in modo netto… Tra gli aspetti sui quali bisognerebbe puntare c’è sicuramente un abbassamento della concentrazione, frutto troppo cotto e quindi della terzietà dei sapori per puntare invece sulla croccantezza e sull’immediata, leggera, gentile alcolicità che porta a una facile bevuta e a tannini ancora più addomesticati».
Ecco, questa annata 2023 ne abbraccia appieno le direttrici.
Sono sorsi che se continuano su questa strada sapranno far parlare di loro sempre di più, al di là dei numeri, che sono ancora bassi. Sono, come detto, sorsi chiari, immediati e soprattutto riconoscibili.
Frutto e freschezza si liberano di un impersonale maquillage del blend e delle surmaturazioni ridondanti per esprimersi, invece, con determinata, autentica e fulminea identità.
Fini, nel loro modo eleganti, in alcuni casi sono veri “estratto di terroir” che partono dalla genetica del vitigno, passano attraverso le pennellate marcanti del terreno e arrivano all’espressività di una cantina che parla sempre più di contemporaneità, con cemento, acciaio e legno, finalmente grande, che ne esaltano la personalità.
C’è quell’imprinting vinoso, balsamico, terracqueo, con sferzate floreali vestire da “donna in rosso” con un frutto sempre croccante, masticabile e non da cucchiaino…
A Corciano, quest’anno, dal punto di vista degustativo, ne abbiamo avuto riprova in calice di quanto detto sopra.
Ah, da non dimenticare, il festival che si è tenuto dal 4 al 6 ottobre, in contemporanea alle masterclass, ha dimostrato come sia fuori dal mondo ancora pensare che «i giovani non bevano vino». Un luogo comune che si affianca ai must tipo: «il Gewurztraminer è vino al femminile» o peggio ancora che il «rosato è il romanticismo fatto sorso» … fateci un salto il prossimo anno e poi ne riparliamo. Mai visto in un quarto di secolo di attività giornalistica enogastronomica una quantità così rilevante di giovani enonauti in esplorazione tra le strette vie di un borgo medievale dal fascino, autenticamente, contemporaneo. Poi non entriamo nelle disamine sociologiche, ma sta di fatto che seppur “ancora acerbi di curiosità enoica” nessuno beveva Gin tonic o espressività annacquate da bartending, ma vino, locale, territoriale… e scusate se è poco.
Or dunque…
Parliamo del Trasimeno Gamay.
Nove campioni, solo quattro però firmati 2023, che hanno incontrovertibilmente attestato l’analisi fatta prima.
Giovanotto – Montemelino – 2023
Che entrata di campionatura signori miei! Un vino, anzi, il vino d’entrata nel senso genetico, enologico, simbolico del temine. Filigranato nelle sue componenti di colore, respiro e sorso. Tutto fine, delicato, elegante, croccante. Spicca quel suo aroma quasi gessoso, che gioca su texture di frutto rosso da sottobosco ancora non completamente maturo e brezza floreale primaverile. Tannino rarefatto che rimbalza su una freschezza finale tendente all’amaricante. Vino che definire da tavola quotidiana è uno dei più bei complimenti che gli si possa fare.
Trasimeno Gamay – Pucciarella – 2023
E’ forse una delle interpretazioni più gastronomiche nell’anima e nell’essenza stessa del sorso. Più pressante nella spinta cromatica, respira croccantezza del frutto rosso del sottobosco rinvigorita da florealità cromaticamente omogenea e viva. Al sorso si materializza la freschezza, con una nota leggermente pepata verde, tanta vegetalità e tannini tenuti assolutamente sotto controllo.
Rosso principe – Cantina Nofrini – 2023
Un gran bel figlio delle argille in cui si respira al contempo matericità e frutto rosso. Croccante e balsamico spicca questa timbrica quasi balsamica, da mentuccia. Il sorso si fa più complesso su linee più fruttose e tanniche, ma sempre puntando a un equilibrio elegante tra le varie componenti. Lungo e soddisfacente nel complesso.
Madrevite – Oprà – 2023
E’ sua maestà 2023. Un vino vivo e veget-ale. Un vino fatto di croccantezza ed esuberanza sbarazzina di un bambino che si diverte a guardare al suo domani con sorridente ottimismo. Eleganza nel colore che si rispecchia in un respiro che si fa più complesso su frutto e florealità, il tutto arricchito da toccate fumée. C’è macchia mediterranea e frutto di sottobosco alpino che si traduce in sorso pieno, sapido, appagante. Chiude con stoccata amaricante ma al contempo rimanendo profondo ed esile nella sua linea e nel corpo. E’ emozione enoica tra i campioni assaggiati, soprattutto per la sua capacità di abbracciare due direttrici fondamentali di oggi: bevibilità e gastronomicità. Consigliatissimo!
Per il 2022 abbiamo Camporso Gamay de La Querciolana in cui si spinge in modo generico più sulle dolcezze e sulla terziarietà. Speziato, fruttato con un tannino gentile che può essere ancora aspettato. Altro campione dello stesso anno è Divina Villa di Duca della Corgna. Un vino carico e vivo , frutto rosso più scuro nelle sue sfumature di aroma e gusto. Un vino che al sorso si arricchisce di una nota ematica scorrevole. Un’icona interpretativa del terroir fatta sorso.
Il 2021 trova nell’E-trusco di Coldibetto un’icona boteriana. Surmaturazione, confettura, corposo e alcolico è un vino che può e deve essere aspettato ancora qualche anno per trovare il perfetto equilibrio.
Per il 2020 il Fontinius dell’Agricola Casaioli è il vino cardinalizio per eccellenza. La porpora fatta sorso con un gioco divertente tra corpo esile e lineare nascosto in un vestito fatto da un respiro ben più pomposo di frutto maturo ed evoluto.
Infine andiamo agli “albori” con Legamè della cantina Il Poggio. Siamo nel 2019. Un vino molto complesso, solfureo, ipogeo ma al contempo fruttato e sferzante di sottobosco… umami. Bellissima vitalità sapida e amaricante che lo rende elegante e da meditazione.
Le cantine socie del Consorzio sono attualmente diciassette: Azienda Agraria Carlo e Marco Carini, Berioli, Cantina Goccia, Cantina Nofrini, Castello di Magione, Coldibetto, Duca della Corgna, Il Poggio, La Querciolana, Madrevite, Montemelino, Podere Marella, Poggio Santa Maria, Pucciarella, Casali del Toppello, Società Agricola Casaioli e Viandante del Cielo.
La percentuale di rappresentatività del Consorzio Trasimeno sfiora il 90 percento, per un totale di 270 ettari.
Tra il 2016 e il 2020 la produzione media annua di uve appartenenti alla Doc Trasimeno è stata di 13.000 quintali, mentre la produzione, in vino, si attesta sui 7600 quintali.
Le bottiglie certificate dal Consorzio negli ultimi tre anni sono circa 990.000.
Per quanto riguarda il Trasimeno Gamay, attualmente la superficie coltivata è di 30 ettari.
Per la Doc Trasimeno Rosso si parla di 87.000 bottiglie.
La Doc Trasimeno Rosso Riserva realizza 60.000 bottiglie.
Sulla Doc Trasimeno Gamay (Trasimeno Gamay in percentuale almeno l’85%) siamo a 35.000 bottiglie.
Ancora, con Doc Trasimeno Gamay Riserva (Trasimeno Gamay in percentuale almeno l’85%) siamo a 8700 bottiglie.
E poi la Doc Trasimeno Grechetto ci parla di 55.000 bottiglie.
Infine la Doc Trasimeno Vin Santo si attesta sulle 10.000 bottiglie.
Il numero di bottiglie nell’area del Trasimeno prodotte invece nella tipologia rosato, sia rivendicate a Doc che a Igt, sono circa 35.000.