Insoglio del Cinghiale 2022 è espressione della Maremma ma è anche e soprattutto un vino che parla di un’idea e di un progetto che vuole il terroir esprimersi autenticamente in sorsi, in lingua internazionale, che sappiano però e al contempo rappresentare l’idea italica del “Nettare degli dei”. Nell’alta Maremma, a pochi passi da sua maestà Bolgheri, nasce il progetto, ormai più di quattro lustri indietro, di questa tenuta. Non tantissimi ettari, una quarantina circa, in cui si declinano le grammatiche del Cabernet Franc, Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot firmate dalla Tenuta di Biserno.
Questa è la pietra miliare della produzione realizzata da Tenuta di Biserno. Il vino potremmo comunque definirlo d’entrata, ma che sa rappresentare bene l’idea di cosa si possa trovare in calice: varietali, terziarietà e soprattutto terroir. Appare simpatica l’’originalità dell’etichetta con l’immagine del cinghiale che trova una rappresentazione filologica anche nel nome visto che “insoglio” è proprio luogo in cui questo animale si reca a grufolare e a rotolarsi.
Il vino nasce tra i vigneti di Tenuta Campo di Sasso ed è composto da uve Syrah, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot, assemblati in modo tale da non sbaragliare il palato, per carità, ma per accarezzarlo attraverso una giusta equidistanza ed equilibrismo tra frutto, freschezza e struttura. Il tutto, ovviamente, con un perfetto dosaggio del tannino che si caratterizza per una texture finemente levigata e rotonda.
Nel calice si presenta di un rosso rubino intenso e impenetrabile.
Un vino che al naso esprime carnalità e presenza. Dai frutti rossi tendenti al maturo si arriva a sfiorare il sottobosco in black con una sferzata e rinvigorente nota pepata con variazioni in tema di erbe aromatiche, salvia e timo selvatico su tutti ma chiudono sulla mentuccia.
Al sorso entra diretto ma fiero. Si nota il blend complesso e per certi versi da carta copiativa della stilistica di questi terroir. Un sorso in cui torna la frutta rossa ma ancora croccante e viva. Bella l’espansione elegante soprattutto dovuta dal Syrah e Merlot, che si armonizza perfettamente con le ventate più vegetali e rinvigorenti del Cabernet e del Petit. Tannini equilibratissimi si chiudono in un sorso lunghissimo e persistente.
Perfetto compagno per succulenti piatti di selvaggina, ovviamente e in primis di cinghiale, ma anche primi di pasta ripiena con condimento al tartufo e formaggi di media stagionatura.
Buono il rapporto qualità prezzo, che al pubblico si aggira sui 20.50 euro
Il progetto Biserno parte nel 2001 quando i fratelli Piero e Lodovico Antinori assieme al nipote Niccolò Marzichi Lenzi decidono di dare il là all’avventura. Siamo a Bibbona, nell’Alta Maremma, all’interno di quel conglomerato unico di Bolgheri che è scrigno di sorsi inequivocabili ed espressivi di questo terroir. Qui condizioni naturali, esposizione ai venti, suolo e clima sono le altre variabili che danno imprinting unico ai soprusi di questa terra. Tenuta di Bisernosi trova a 90 m.s.l.m su terreni alluvionali, argillo-calcarei, ricchi di carbonato di calcio e ciottolosi. L’influenza del mare di fronte e la diversa esposizione è parte integrante per la produzione e della stilistica organolettica.