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Il ruggito mediterraneo del gin Fulmine, da Glep Beverages arriva il miglior london dry gin d’Italia 2023 al Word Gin Award

Il ruggito mediterraneo del gin Fulmine, da Glep Beverages arriva il miglior London dry gin d’Italia al World Gin Award.

Il mondo del “superalcolico”, come quello enologico, sorprende perché spiazza nella sua capacità di essere fulminante nella sua empatia gustativa. Lo sanno bene sulle sponde del Lago d’Orta, dove, dal 2018 opera Glep Beverages. Azienda specializzata in spirits. E così dalla fucina creativa di Ezio Primatesta, albergatore e ristoratore, e dall’estro creativo di Luca Garofalo, designer e creativo di una delle più grandi aziende di accessori hi-tech d’Europa, nasce un prodotto fuori dagli schemi, ironico e vincente.

Ecco così che s’ode il ruggito mediterraneo del Gin Fulmine.

Il ruggito mediterraneo del gin Fulmine

Il Gin Fulmine è l’ultimo nato in casa Glep. Arriva nel 2019 e già si fa notare a livello internazionale grazie al riconoscimento come miglior testimonial d’Italia al World Gin Award per la categoria London dry gin. Figlio di una doppia distillazione di una base alcolica di cereali in cui vengono lasciate a macerare erbe, spezie, piante, bacche e radici, è un sorso veramente elettrizzante. Capace di bilanciare una chiarezza e immediatezza del suo respiro con la complessità e l’eleganza del sorso. Un mix inebriante nella sua capacità interpretativa in cui le botaniche e le sfumature agrumate in rosa s’intrecciano nella texture sottile, coriacea e balsamica del ginepro. Un sorso che preso nella sua essenza pura appare verticale, scorrevole, asciutto e molto bilanciato. Le botaniche principali e conoscibili sono ginepro, pompelmo rosa, coriandolo, angelica, limone, arancia… poi il segreto del resto è segreto…

Verticalità, equilibrio, potenza!

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Non sono certo Brian Flanagan (Cocktail 1988 – mamma mia quanto tempo da quel film…) per cui ho chiesto a chi se ne intende di mixology di preparare il perfetto cocktail con questo london dry. L’ho chiesto a Eduardo Ituarte (barman al Rossini Bistrò di Faenza). E’ stata folgorazione. Preparazione del matrimonio ideale per questo spirit in cui l’essenzialità e il rispetto assoluto dell’identità di sorso si fanno emozione vera: il Gin Fulmine Tonic…

Nel bicchiere si presenta perfettamente trasparente e cristallino. Il respiro è di una sensuale eleganza balsamico-agrumata. Siamo a picco sul Tirreno di Sorrento in una giornata di burrasca.

Immersi in una passeggiata primaverile nella piana Etnea.

Rapiti dalla rude e mediterranea essenza della terra dei Quattro Mori d’Aragona.

Siamo in balia dell’anima vibrante del Mare Nostrum, dove il naufragar m’è dolce…

E’ la gentile ma presente filigrana del ginepro che sorprende per la sua mai invadente e sgarbata timbrica. Base sulla quale esplode, come un ruggito di tigre, il Mediterrano al sorso. La nota amaricante della Tonica, la sua effervescenza smaniosa e solleticante amplificano la erbe officinali, scorza d’agrumi, lime, pompelmo, su una trama olfattiva di fresche sensazioni balsamiche date dalle fragranti bacche di ginepro.

Al palato è finemente netto e limpido, con un sorso secco e deciso, che s’allunga profondo e lineare verso un finale persistente, giocato su chiusure piacevolmente balsamiche e ancora agrumate.

Una “Tabula rasa elettrificata” cantavano i Csi nell’ormai lontano 1997

Una curiosità: il babà che Antonino Cannavacciuolo serve a Villa Crespi è imbevuto, anziché con il rum, con il gin Fulmine. Ma per esaltarsi provate l’accompagnamento con il Tataki di tonno, mela rossa e granita di gin tonic (piatto stratosferico uscito dal tandem creativo di cucina del bistrò faentino Vespignani-Brizzi). Qui il Gin Fulmine Tonic diventa una pedina fondamentale della composizione organolettica complessiva. Uno spettacolo.

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Ventiquattromila pensieri al secondo fluiscono inarrestabili
Alimentando voglie e necessità
Voglio ciò che mi spetta, lo voglio perché è mio, m’aspetta
(Csi – Tabula rasa elettrificata 1997) …

Sir, un Gin Fulmine please!”

Prezzo in enoteca sui 40 euro.

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